Nostra legge è la Libertà

NOSTRA LEGGE È LA LIBERTÀ

Omaggio a “Storia di un Impiegato”

Scritto da Matteo Piacenti

Domenica 27 giugno 2021 alle ore 20:30 andò in scena Nostra legge è la Libertà all’interno dell’accogliente Giardino di Villa Pace in Fiorano Modenese. Questo studio teatrale fu un omaggio a Storia di un impiegato e a Fabrizio De Andrè.

Storia di un impiegato l’abbiamo scritta io, Bentivoglio, Piovani, in un anno e mezzo tormentatissimo, e quando è uscita volevo bruciare il disco. Era la prima volta che mi dichiaravo politicamente e so di aver usato un linguaggio troppo scuro, difficile, so di non essere riuscito a spiegarmi.” Fabrizio De Andrè.

A più di mezzo secolo dal Sessantotto, dal Maggio francese e dalla contestazione studentesca, gli H.O.T. Minds portano sul palco uno studio teatrale e musicale liberamente ispirato a Storia di un impiegato, il Concept Album pubblicato da De Andrè nel 1973. È la storia di un anonimo lavoratore, ligio e disciplinato, che nell’ ascoltare una canzone del Maggio francese di cinque anni prima capisce di non aver colto l’occasione per far parte di quella collettività, che aveva contraddistinto gli studenti più vecchi di lui. In un tentativo estremo di occupare un posto nella società, l’anonimo lavoratore lancia la sua bomba contro il Potere davanti al Parlamento, che per un caso fortuito finisce contro un chiosco di giornali. Finito agli arresti, l’impiegato, costretto a una convivenza forzata in carcere con chi non è uguale a lui, troverà la stessa collettività che riscaldava le anime del Sessantotto francese.

La musica di Storia di un impiegato è da guardare, non solo da ascoltare: gli H.O.T. Minds portano uno studio-concerto sul palco con testi della filosofa e scrittrice francese Simone Weil e degli inediti scritti dai giovani attori che compongono lo spettacolo.  Le fredde immagini del Sessantotto si mescolano alle voci di strada, alla musica e ai cortei di proteste dell’oggi, mentre nel caldo studio dell’impiegato prendono vita le parole di suo padre, dell’amata, dei suoi capi, del suo stretto individualismo, delle regole di cui fino a quel momento è stato un acuto osservatore.

Soprattutto oggi, in un tempo strano e inaspettato che attraversiamo, ci interroghiamo su cosa sia la libertà, su quanto ci crediamo liberi e quanto sia difficile diventarlo. Lo spettacolo ha continuato ad essere costruito anche durante il lockdown, tramite annotazioni e riflessioni dei vari protagonisti, ed è oggi frutto del cambiamento individuale e collettivo con cui ognuno ha dovuto fare i conti. Stiamo attraversando un tempo in cui sembra che anche le grandi ideologie siano del tutto tramontate; la perdita della memoria è il disastro di una civiltà, ma ancora di più lo è il convincersi che non si possa fare più niente per cambiarla.

Si ringrazia Nuovamente Valle del Secchia per la messa a disposizione degli oggetti di scena e scenografia e ACLI ARTE E SPETTACOLO.

Per la Regia Anna Chiara Nicolussi; con la direzione musicale di Roberto Marra; Scenografie Michela Gollini, Anna Chiara Nicolussi.